Ho particolare riguardo e stima per scrittori che si affermano puntando solo sulla propria bravura, con enormi difficoltà a farsi conoscere e, soprattutto, a pubblicare, ma ogni tanto cedo alla tentazione di leggere qualcosa di autori “conosciuti”, come in questo caso.
Daria Bignardi nasce a Ferrara nel 1961: la mamma è maestra e il padre rappresentante. Diplomatasi al liceo classico di Ferrara, s’iscrive al DAMS di Bologna, che abbandona per insofferenza per l’ambiente. A 22 anni perde il padre, cui era legatissima. Va a Londra per qualche mese, lavorando come commessa e studiando inglese. Tornata in Italia trova lavoro come account executive a Milano. Comincia a collaborare con il gruppo Mondadori, in particolare alle riviste “Chorus” e “Panorama”. Inizia a lavorare in TV agli inizi degli anni ’90: diventa famosa per la conduzione delle prime due edizioni del “Grande fratello”, ma è segnalata e premiata per talk show di tipo culturale (“A tutto volume”, “Corto circuito”, Tempi moderni”, “Le invasioni barbariche”, “L’era glaciale”). Nel 2009 pubblica il libro autobiografico Non vi lascerò orfani, che ottiene buone critiche e alcuni riconoscimenti ufficiali. Nel 2010 esce Un Karma pesante, seguito nel 2012 da L’acustica perfetta. Nel 2014 esce L’amore che ti meriti. Continua con successo la carriera di giornalista, scrittrice e conduttrice: riesce a coniugare cultura ed ironia, costruendosi ruoli televisivi ad hoc, il che non è semplice nel panorama mediatico italiano.
“Un Karma pesante” è il secondo romanzo della Bignardi e ha come protagonista Eugenia Viola, quarantenne e regista di successo, che ripercorre i momenti importanti della propria vita, in un intreccio di ricordi e momenti del presente. Tutto ruota intorno a questa donna, che sa analizzare se stessa e parlare con sincerità delle proprie debolezze, del proprio carattere e delle emozioni che la coinvolgono. Sembra fragile, ma è capace ogni volta di cambiare rotta e prendere decisioni che stravolgono la vita, adattandosi ai cambiamenti e accettando gli imprevisti. In questo libro si ritrovano le caratteristiche degli ultimi trent’anni, visti attraverso lo sguardo di un’adolescente inquieta prima e di una donna che ha raggiunto importanti traguardi dopo. Ho apprezzato soprattutto la lucidità nell’analizzare l’animo femminile, senza indulgere in luoghi comuni o in stereotipi.