Storie e vite di super donne che hanno fatto la scienza: in questo libro sono raccolte venti storie, accompagnate da altrettante illustrazioni, di donne che si sono distinte nel campo della ricerca scientifica. Le storie sono organizzate secondo l’ordine alfabetico dei cognomi. Elementi comuni a tutte queste grandi donne sono il coraggio, la passione e la determinazione con cui inseguono i propri sogni. Anche nel campo della scienza pesa enormemente la discriminazione di genere. Alcune di loro, come Ipazia di Alessandria (355/370-415) e Teano (VI sec.a.C.) pagano con la vita la propria ostinazione a voler realizzare se stesse. Altre devono studiare privatamente perché gli istituti non accolgono iscrizioni femminili, altre ancora vedono copiati dai colleghi i propri lavori: quasi tutte sono sottopagate o devono lavorare gratuitamente, non avendo alternative agli ostacoli frapposti alle loro ricerche.
La scienziata Chien-Shiung Wu (1912-1997), ad esempio, deve attendere il 1975, dopo essere diventata famosa a livello mondiale, perché il Presidente del Dipartimento di Fisica della Columbia University renda il suo stipendio uguale a quello di colleghi maschi meno meritevoli di lei. Ada Lovelace (1815-1852) otterrà riconoscimenti ufficiali solo nel 1979, quando il Ministero della Difesa statunitense chiamerà Ada un linguaggio di programmazione da lei anticipato, dopo che il suo contributo alla ricerca è stato lungamente ignorato e sottovalutato. Rosalind Franklin (1920-1958) vedrà premiati con il Nobel ricercatori disonesti che si sono appropriati dei risultati dei suoi studi sul DNA.
Tante quelle per cui si dice: “la prima donna che…”, in quanto sono state tutte in qualche modo anticipatrici di esperienze e apripista per altre donne votate alla scienza.
Molte sono riuscite a conciliare il proprio lavoro con quello di moglie e madre, con grande fatica.
Questi alcuni dei casi, che dimostrano quanto forte sia e sia stata la differenza legata al genere anche in questo campo del sapere umano.
Dice Gabriella Greison: “Dovremmo sempre ricordarci una frase che una volta ho sentito dire da Rita Levi Montalcini: il cervello dell’uomo e quello della donna sono uguali, la loro mente funziona alla stessa maniera. Il resto sono scemenze.”
«Tutte noi, e siamo in tante, specchiandoci nelle donne che ci hanno preceduto possiamo vedere riflessa la parte di noi stesse di cui prendersi cura, come il più prezioso dei regali della vita. Tutte noi, riunite in un’unica equazione, saremo una la continuazione dell’altra, una l’esperienza dell’altra, una l’eredità dell’altra, prenderemo una il nome dell’altra. Perché la lista è ancora lunga».
Un libro scritto in modo chiaro, semplice, che può essere letto anche dalle bambine e dalle ragazze.
Gabriella Greison è nata a Milano e vive a Roma. È fisica, scrittrice e giornalista professionista. Si è laureata in fisica a Milano e ha lavorato due anni all’École Polytechnique di Parigi. Ha insegnato per diversi anni fisica e matematica nei licei. Ha condotto varie trasmissioni di divulgazione scientifica per la radio e la TV e collabora con alcune testate giornalistiche. Ha scritto vari libri, tra i quali ricordiamo: Le giacche degli allenatori, Ora che cominciava a piacermi, Prossima fermata Highbury, Dove nasce la nuova fisica. Einstein, Hawking e gli altri alla corte di Solvay, L’incredibile cena dei fisici quantistici, Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo, Storie e vite di superdonne che hanno fatto la scienza, Hotel Copenaghen.
È direttrice artistica, ideatrice e curatrice del primo Festival della Fisica itinerante a teatro. Scrive monologhi teatrali e recita, portando in giro nei principali teatri italiani i propri lavori. Viene definita la “donna della fisica divulgativa italiana”.