L’illusione del bene ha come protagonista un uomo deluso per vari aspetti dalla propria vita: deluso da un matrimonio finito, nonostante l’amore per la moglie e i figli; deluso dal lavoro come giornalista televisivo, perché epurato per motivi politici; deluso dall’ideale comunista, perché la caduta del muro di Berlino ha rivelato molti aspetti negativi dell’applicazione di tale fede politica. Mario, il protagonista, rappresenta una generazione privata della propria ideologia, che stenta a riconoscersi nell’indifferenza contemporanea. In questa situazione di disagio personale incontra Sonja, una giovane pianista russa che vive con la nonna e la figlioletta nata da un amore ingannevole. Rimane particolarmente colpito dalla vicenda di Irina, la madre di Sonja, ufficialmente morta in un ospedale psichiatrico, dove era stata forzatamente ricoverata per la sua attività di dissidente del regime. Troppe le domande irrisolte sul destino della donna e Mario decide di mettersi sulle tracce di Irina, accompagnato dal figlio Roberto. Va prima a Budapest, poi in una sperduta cittadina dell’ex Unione Sovietica e…
Un libro che aiuta a riflettere sul valore delle ideologie, sulla fragilità di alcune generazioni, sulle prospettive future, su un passato scomodo, ma ancora in gran parte sconosciuto. Un romanzo alla fine positivo, perché fa sperare in un futuro di rinascita collettiva, come avviene a Mario, che alla fine si riconcilia con se stesso, mentre prima, come gli diceva la moglie Patrizia “Mario, tu non puoi sopportare la felicità. Ti pare sempre di averla tolta a qualcuno”.
“Quanto male si era fatto progettando il bene” è la sintesi di quanto avvenuto nei paesi comunisti.
“ E’ un mondo interiore che crolla con il Muro. Il male, il bene, la sensazione nostra di essere i migliori, l’idea che esistesse un progetto futuro, un’organizzazione sociale che avrebbe permesso a milioni di persone di essere uguali, di accedere alla cultura, al benessere, di non sentirsi mai più esclusi! E’ un sistema mentale che va in frantumi…” ( p. 25 ).
Dai frantumi può però iniziare una rinascita!
Cristina Comencini nasce a Roma nel 1956. Il padre Luigi è un regista importante. La sua è una famiglia di donne: la madre e tre sorelle. Frequenta una scuola francese, prendendo doppia maturità: italiana e francese. S’iscrive alla Facoltà di Economia e Commercio e per un po’ di tempo si occupa di recensioni economiche in un ufficio di ricerche. Ha tre figli. Scrittrice e regista pubblica varie opere: Le pagine strappate (1991, 2006), Passione di famiglia (1994), Il cappotto del turco (1997), Matrioška (2002), La bestia nel cuore (2004), Due partite (2006, 2015), L’illusione del bene (2007), Quando la notte (2009; anche in audiolibro nel 2011), Lucy (2013), Voi non la conoscete (2014) e, per la collana digitale Zoom, La nave più bella (2012). I suoi film sono: Zoo (1988), I divertimenti della vita privata (1990), La fine è nota (1992), Va’ dove ti porta il cuore (1996), Matrimoni (1998), Liberate i pesci (2000), Il più bel giorno della mia vita (2002), La bestia nel cuore (2005, nominato all’Oscar per l’Italia; dvd Feltrinelli ‟Le Nuvole”, 2006), Bianco e nero (2008) e Quando la notte (2011).
Personalità poliedrica, molto attenta ai temi sociali.