Mi rituffo nell’arte…
Alice Rahon nasce Alice Marie Ivonne Philippot a Chenecey-Buillon (in Borgogna- Francia centro-orientale) nel 1904.
Da bambina passa le vacanze estive e natalizie nella casa dei nonni paterni a Roscoff, in Bretagna, posto che le è particolarmente caro.
Purtroppo verso i 3 anni si frattura l’anca destra, il che la costringe a letto per molto tempo, isolandola dagli altri bambini. A 12 anni cade di nuovo e si rompe una gamba, per cui per tutta la vita dovrà sopportare dolori lancinanti e assumere un’andatura claudicante.
Queste esperienze traumatiche l’inducono a isolarsi in un mondo immaginario, tenendosi occupata con la lettura, la scrittura e il disegno.
Altra esperienza dolorosa è il fatto di rimanere incinta molto giovane (il nome del padre non verrà mai rivelato) e perdere il bambino, morto dopo la nascita per difetti congeniti.
A un certo punto, poco più che ventenne, si trasferisce a Parigi, dove cerca lavoro. Inizialmente crea cappelli per la stilista Elsa Schiaparelli. Conosce il fotografo Man Ray, cui fa da modella e stringe amicizia con il pittore Joan Mirò.
Nel 1931 incontra l’artista austriaco Wolfgang Paalen, che sposa nel 1934. Tramite il marito entra in contatto con il movimento surrealista, di cui diventerà poi membro attivo.
Scrive raccolte di poesie, pubblicate con illustrazioni di artisti importanti.
Nel 1933 visita le grotte di Altamira, in Spagna, con le sue pitture rupestri policrome, che la colpiscono molto e ricorderà nel successivo sviluppo artistico.
Ha una relazione con Pablo Picasso, che lascia in quanto il marito minaccia per questo di suicidarsi.
I due coniugi pertanto, per superare la crisi, iniziano a viaggiare: Alaska, Canada, Stati Uniti, Libano e Messico, studiando l’arte indigena.
Nel 1936 Alice è in India e rimane fortemente colpita da questa esperienza.
Su invito di Frida Kahlo (conosciuta a Parigi) giunge a Città del Messico nel 1939. Nasce una profonda amicizia con Frida, con cui condivide la frustrazione di un corpo fragile e l’impossibilità di avere figli. Oltre a scrivere, inizia a dipingere, sotto la guida del marito.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale spinge Alice e Wolfgang a stabilirsi in Messico, dove Alice assume la cittadinanza nel 1946.
Nel 1947 divorzia dal marito e assume il cognome Rahon, derivato dalla nonna bretone. Dopo alcune relazioni di breve durata, sposa il canadese Edward Fitzgerald, scenografo. Con lui s’interessa di teatro e cinema, ma divorzia dopo alcuni anni.
Riprende un’intensa vita sociale e artistica, viaggiando frequentemente, sia per seguire le esposizioni delle sue opere negli Stati Uniti e in Messico, essendo diventata famosa, sia per approfondire la conoscenza del Messico.
Trascorre lunghi periodi ad Acapulco, diventando un’esperta nuotatrice e trovando in acqua sollievo ai suoi dolori.
Nel 1967 cade di nuovo, all’inaugurazione di una sua mostra a Città del Messico. Si danneggia la spina dorsale, ma Alice rifiuta qualsiasi cura medica, dicendo di essere stata torturata abbastanza dai medici.
Si isola nella sua casa di San Angel (Città del Messico) e negli ultimi tempi, non essendo autonoma, viene ricoverata in una casa di riposo. Qui rifiuta il cibo e si lascia morire nel 1987.
Artista prolifica soprattutto negli anni ’50 e ’60, apporta alcune innovazioni nel surrealismo, includendo elementi astratti e nuove tecniche, come l’uso dello sgraffito e della sabbia. Lo sgraffito consiste nell’utilizzo di colori sovrapposti. Una mano di vernice viene lasciata asciugare su una tela o su un foglio di carta. Un’altra mano di colore diverso viene stesa sopra il primo strato. L’artista utilizza quindi una spatola o un bastoncino per tracciare un disegno, lasciando un’immagine nel colore della prima mano di vernice. Ciò può essere ottenuto anche utilizzando pastelli a olio per il primo strato e inchiostro nero per lo strato superiore.
I suoi temi includono paesaggi, miti, leggende, feste messicane ed elementi della natura. L’acqua appare spesso sia come soggetto che come colore: ha creato una serie di dipinti legati ai fiumi.
Suoi lavori sono inclusi nella collezione dell’Art Institute of Chicago, nel MoMa di New York, per citarne alcuni e in altre istituzioni pubbliche. Negli ultimi dieci anni c’è stata una rinascita di interesse per il suo lavoro.
“Nei primi tempi la pittura era magica; era una chiave per l’invisibile… il valore di un’opera risiedeva nei suoi poteri di evocazione, un potere che il talento da solo non poteva raggiungere” (Alice Rahon)