Arte al femminile (582)

Ai primi del ‘900 ci sono ragazze che si avventurano a Roma, in cerca di fortuna e il lavoro di modella è richiesto nell’ambiente artistico…

Deiva (Terradura) De Angelis nasce a Piccione, frazione tra Perugia e Gubbio nel 1885. Non si hanno notizie certe sulle sue origini e pare che sia figlia di una ragazza madre.

La sua è una famiglia molto povera e lei va a Roma, giovanissima, dove si mantiene vendendo fiori in piazza di Spagna e facendo la modella.

Ha una relazione con l’acquarellista William Walcot, che conosce nel 1903, a 18 anni, e con lui si reca a Londra e a Parigi, avviandosi alla pittura. Dipinge piccole vedute veloci e personali. Entra in contatto con l’ambiente artistico internazionale e approfondisce il linguaggio postimpressionista, per cui figure ed elementi naturali vengono appena accennati in base all’impressione immediata e personale.

Tornata a Roma, sposa l’avvocato pugliese de Angelis, dal quale si separa molto presto, pur conservandone il cognome, con cui firma i suoi lavori.

Inizia a frequentare regolarmente l’ambiente artistico della capitale e qui incontra Cipriano Efisio Oppo, pittore, disegnatore, illustratore satirico, organizzatore di eventi artistici, in contatto con il movimento dei secessionisti romani, contrari all’arte ufficiale accademica.

Tra i due nasce un’appassionata relazione. Vanno a vivere nella Villa Strohl-Fem, dove Oppo ha uno studio: in questo luogo magico, affacciato su Villa Borghese, voluto da un ricco mecenate, nasce la Scuola romana, di cui fa parte anche la pittrice Pasquarosa (v.n.581), che diventa amica di Deiva.

Nel 1913 Deiva presenta una sua opera alla prima Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione a Roma. Seguono altre mostre, per cui ottiene l’attenzione della critica.

Lasciato Oppo, Deiva si lega al pittore, illustratore Giuseppe Fabiano, che sposa poco prima di morire.

Espone a Milano, Ginevra, oltre che nella capitale.

Dal 1918 frequenta la Casa d’arte Bragaglia, disegnando caricature, ritratti, vedute, scene di animali per la rivista collegata alla Galleria, Cronache d’attualità. Qui lavora anche come consulente per le scelte espositive.

Nel 1921 illustra liriche e poesie di Arturo Onofri.

Molto attiva, è presente in varie collettive sino al 1924. Soggetti preferiti sono nature morte e paesaggi, soprattutto dedicati al lago di Bracciano e alle campagne circostanti, dove ama soggiornare.

Colpita da una malattia irreversibile, vende tutte le sue opere per curarsi.

Muore a Roma nel 1925, a 40 anni.

Rappresenta un caso particolare nella pittura italiana del ‘900 per il valore delle sue opere, l’esiguo numero di dipinti e disegni conosciuti, essendo dispersi in collezioni private, per le scarse notizie biografiche e la libertà delle sue scelte di vita, sino alla prematura tragica fine.

Dipingeva come un uomo” affermava ammirato il fotografo e regista Anton Giulio Bragaglia, che la conosceva bene. “Un ottimo cervello maschio” e una “modernissima colorista” aggiungeva. Era il massimo dei complimenti per una pittrice degli anni Venti del Novecento! Lei, Deiva, bellissima, si vestiva da uomo seguendo la moda androgina europea e si ritraeva con la sigaretta in bocca. Audace ed esuberante, amava la pittura d’avanguardia, ma aveva un tratto personale.

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