Arte al femminile (602)

Elisabeth Chaplin nasce in Francia, a Fontainebleau (nota per l’omonimo castello), nel 1890.

La sua è una famiglia di artisti, perché è nipote del pittore e incisore Charles Chaplin, mentre la mamma è la scultrice e poetessa Marguerite Bavier- Chaufour.

Con la famiglia si stabilisce in Italia, prima in Piemonte, poi in Liguria e infine a Roma dal 1906.

A quest’ultimo periodo risalgono i suoi primi dipinti. La sua è una formazione da autodidatta.

A Firenze frequenta gli studi di alcuni pittori, come Giovanni Fattori. Fa inoltre numerose copie dei quadri della Galleria degli Uffizi, per impratichirsi maggiormente nella tecnica pittorica.

Si avvicina al post-impressionismo e ai pittori nabis, come vengono chiamati i pittori dell’avanguardia postimpressionista.

Il termine nabis (dall’ebraico “profeti”) viene dato dal poeta Cazalis a un gruppo di giovani artisti, organizzatosi a Parigi nel 1888 sotto l’influsso di Paul Gauguin. Agli intenti naturalistici degli impressionisti, il gruppo contrappone una ricerca che valorizza l’aspetto decorativo, l’armonia dei colori e delle composizioni libere. I caratteri evocativi e poetici dei dipinti, che rappresentano le emozioni attraverso l’uso di colori puri e forme bidimensionali, anticipano movimenti successivi, come quello dei fauves (semplificazione delle forme- abolizione della prospettiva e del chiaroscuro- uso di colori vivaci e innaturali- uso di colori puri, spesso premuti direttamente dal tubetto- linee di contorno marcate).

Dal 1910 Elisabeth si dedica a tele di grande formato, con forme sintetiche e grande attenzione al colore.

Inizia a presentarsi alle grandi esposizioni nazionali: la Promotrice Fiorentina (1912), la Secessione Romana (1913) e la Biennale di Venezia (1914).

Nel 1916 la famiglia si stabilisce definitivamente a Roma. Il suo successo si consolida: espone alla Biennale Veneziana del 1920 e al Salon di Parigi. Riscuote successo di pubblico e di critica.

Nel 1922 lascia Roma e fino alla fine della seconda guerra mondiale vive a Parigi, dove ottiene importanti commissioni pubbliche, per grandi murali prima nella Cappella di Notre-Dame du Salut (distrutta nel 1980) e poi nella Chiesa di Saint-Esprit.

Nel 1937 ottiene una medaglia d’oro nell’Esposizione Internazionale di Parigi e nel 1938 la Legione d’Onore.

Negli anni successivi sviluppa uno stile più decorativo, con superfici ingigantite e riempite di figure, colori smaltati e massicci inserti floreali. Accanto a queste opere di grande formato continua sempre a produrre anche opere da cavalletto, spesso dedicate a soggetti tratti dalla vita quotidiana e familiare.

Nel secondo dopoguerra torna in Italia e si stabilisce definitivamente a Fiesole.

Numerose le mostre personali a Firenze, soprattutto a Palazzo Strozzi.

Muore nel 1982 a Fiesole.

Sue opere si trovano presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e la Galleria d’Arte Moderna di Firenze. I soggetti preferiti sono autoritratti, paesaggi e ambienti familiari. Dimostra affezione verso la vita domestica e coloro che la caratterizzano. I suoi quadri spesso trasmettono dolcezza e una malinconia infinita.

Elisabeth è l’artista donna con il maggior numero di opere conservate nelle collezioni fiorentine. La Galleria di Palazzo Pitti raccoglie circa 700 opere di questa straordinaria artista, molte delle quali purtroppo non visibili al pubblico.

Nel 1996 esce un ricco volume monografico su di lei, a cura del critico d’arte Giuliano Serafini.

Nel 2021 le è stata dedicata una mostra nel Comune di Santa Maria Tiberina (Perugia).