Arte al femminile (169)

Volgendo l’attenzione al sud Italia, trovo in Puglia nell’’800 un interessante quartetto di pittrici, uscite recentemente dall’oblio: Francesca Forleo Brajda, Teresa Laura Dello Diago, Anna Rolli e Maria Mundo.

Durante il periodo napoleonico (1806-1815) la Puglia ha un rilancio dell’economia, soprattutto per la ristrutturazione dei latifondi e un’adeguata distribuzione di terre pubbliche. Con il ritorno dei Borboni si sviluppano le idee risorgimentali. Nel 1860 grazie all’impeto garibaldino la Puglia è annessa al Regno d’Italia.

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Francesca Forleo Brajda (Francavilla Fontana 1779-1820) si cimenta inizialmente in soggetti sacri e successivamente in quelli storico-mitologici e letterari, tra cui alcuni dipinti ispirati dal poema “La Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso. Quando la pittrice si ritira in campagna a causa della salute cagionevole, la sua attenzione si rivolge alla pittura di genere bucolico, con scene agresti e della vita contadina alternate a tematiche riprese dalle realtà quotidiane di quei luoghi, come, ad esempio, “Il ballo della taranta” o “Il gioco della morra”. Suoi dipinti si trovano nella Basilica del Santissimo Rosario di Francavilla Fontana (in provincia di Brindisi).

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Teresa Laura Dello Diago (Mesagne 1762-1841) “d’onesta famiglia”, di “svegliata intelligenza e d’indole pacata” si dedica agli studi umanistici (“grammatica, retorica e arte poetica”), alla matematica, alla pittura. Nel 1810 (quando la legislazione in materia di pubblica istruzione impone ai municipi l’istituzione delle classi elementari maschili e femminili) fa la maestra nelle classi femminili del suo paese. Su questa esperienza elabora una breve personale riflessione sull’educazione delle donne. Di lei rimangono alcuni autoritratti e quadri con scene mitologiche ed episodi dell’Antico e Nuovo Testamento.

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Anna Rolli (Roma 1816-Bitonto 1851) si forma nella cerchia dei neoclassici dell’Accademia di San Luca a Roma. Devota ammiratrice della pittura di Raffaello, si cimenta in copie di opere del maestro urbinate. Nel 1830, un’opera raffigurante la Miracolosa guarigione del cieco Tobia viene esposta in Campidoglio guadagnando menzioni sul «Giornale Romano» e sul «Giornale Arcadico di Scienze, Lettere e Arti». Sposatasi con il medico Giovanni De Michele si trasferisce a Bitonto nella dimora soprannominata “La Romana” (oggi Ranieri) nella quale si rinvengono i simboli della Medicina e della Pittura e dove Anna esegue, fra il 1840 e il 1851, alcune decorazioni. L’agiatezza della facoltosa famiglia De Michele le consente di continuare a coltivare con discreta serenità e disponibilità di mezzi la passione per la pittura. È una delle pochissime donne a vincere nel 1841 la medaglia d’oro della Società promotrice di Belle Arti della città di Bari, partecipando con due copie da Raffaello, la Madonna di Foligno e la Madonna del cardellino, e con due dipinti ispirati ai temi dell’infanzia e degli affetti intitolati Innocenza e Amor materno. Sono menzionate alcune pale d’altare: La fuga in Egitto, realizzata per la chiesa di San Giuseppe di Palo del Colle e la pala per la chiesa del Purgatorio a Bitonto con La Trinità, la Vergine e le Anime purganti in cui inserisce il suo autoritratto al fianco dei ritratti del padre, del marito e dei suoi due figli. Le sue poche opere rivelano uno spiccato senso plastico e una forte padronanza del mestiere.

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Maria Mundo (Bari 1825-30 ca.-1889) frequenta un corso di pittura a Bari. Si conoscono i soggetti da lei preferiti: ritratti, frutta e fiori, considerati particolarmente pregevoli per una donna che, nonostante il suo essere donna, è ammessa alla prima Esposizione Italiana di Firenze con ben quattro dipinti tra i quali il ritratto del padre Giosuè, sindaco di Bari.