Arte al femminile (97)

Roma nel Settecento è passaggio obbligato per gli artisti: vive un secolo di grande vivacità in quanto, oltre ad essere la città dei papi e di numerose facoltose famiglie aristocratiche, è animata da una notevole vita culturale, fiorente per i contatti con i maggiori rappresentanti dell’erudizione europea. Nel Settecento sono intrapresi numerosi scavi archeologici e sono aperti importanti musei d’arte antica e moderna, che diventano riferimento fondamentale per la formazione di quei canoni estetici, che saranno adottati dal vivacissimo mondo artistico dell’epoca. Roma nel XVIII secolo è inoltre un importantissimo mercato d’arte, una città nella quale è possibile incontrare operatori di ogni livello, capace di recuperare, attraverso gli scavi archeologici, ma anche di importare dal resto dell’Europa, migliaia di opere d’arte che poi vengono rivendute, restaurate, barattate, esportate.

2mdgay1Maria Felice Tibaldi Subleyras nasce a Roma nel 1707: è figlia del famoso violinista modenese Gian Battista Tibaldi, della scuola di Corelli (uno dei più grandi compositori del periodo barocco) e cresce a Roma in un ambiente artisticamente vivace e stimolante. Diventa allieva dell’abate Felice Ramelli (un prelato astigiano famoso per le miniature) e si distingue nella professione di miniaturista, che esercita con notevole fortuna. Inizialmente si applica alla pittura a olio, ma l’allergia all’odore di questo tipo di colore la porta a rivolgersi alla tempera e ai pastelli. Alla tecnica della miniatura educa la sorella minore Teresa e la figlia Clementina, destinata ad avere molto successo nella Roma della seconda metà del Settecento. Ritratta in caricatura da Giuseppe Ghezzi in occasione del suo matrimonio con Pierre Subleyras, avvenuto nel 1739, Maria fa spesso da modella al marito: un dipinto che la raffigura è ora nel Worcester Art Museum di Worcester (Mass.). Pare che il famoso “Nudo femminile di schiena” del Subleyras rappresenti la giovane moglie. Tutto giocato sull’alternanza dei colori: il bianco del lenzuolo, il perlaceo del corpo, il nero dello sfondo, dipinto a pennellate fitte e rapide, il quadro anticipa stili del secolo seguente. Pierre Subleyras è celebratissimo come pittore di storie e ritrattista.: aiutato anche dalla famiglia Tibaldi ottiene prestigiose commissioni pubbliche. Diventa membro dell’Accademia di San Luca nel 1742 e nel 1743 i due coniugi sono ammessi all’Accademia dell’Arcadia, dove Maria Felice prende il nome di Asteria Aretusa. La pittrice riproduce virtuosisticamente molte delle opere del marito in formati più piccoli. Modesta e riservata, rimasta vedova nel 1749, si dedica all’educazione dei figli e sostiene la famiglia con il frutto del proprio lavoro. Deve lottare contro rivalità e invidie. Per toglierle commissioni c’è chi sparge la voce che sia cieca e moribonda, mentre viva e vegeta sta lavorando a una delle sue opere più impegnative, la copia della famosa Aurora del Guercino nella Villa Ludovici. Muore nel 1770.

Sebbene miniature di Maria Felice siano conservate in raccolte pubbliche europee, la sua reputazione è oggi principalmente affidata alla grande tempera acquistata da Benedetto XIV nel 1752 per i Musei Capitolini, per mille fiorini, riproducente la Cena in casa di Simone di Pierre Subleyras.

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