Arte al femminile (516)

La fotografia ha visto illustri esempi di artiste donne e solo recentemente vi è interesse per quelle che sono state grandi fotografe, per troppo tempo dimenticate o trascurate.

In precedenti articoli ne ho ricordate alcune: Vivien Maier (n.427), Elizabeth Lee Miller (n.429), Dorothea Lange (n.431), Berenice Abbott (n.492), Margaret Bourke-White (n.493), Imogen Cunningham (n.494), Gertrud Hantschk Arnd (n.508).

Marta Astfalck nasce a Neudamm (Germania nord orientale) nel 1901.

Frequenta la Scuola Tecnica Superiore per l’Industria Tessile e l’Abbigliamento a Berlino dal 1918 al 1920 e, in seguito, la Scuola di Arti e Mestieri.

Si appassiona alla fotografia e, dopo aver seguito un apposito corso e fatto esperienze nello studio di un noto fotografo, inizia a lavorare in modo indipendente.

Ha una collaborazione professionale e artistica con il fotografo Heinz Hajek-Halke, che aveva conosciuto da studentessa. In questo periodo fotografa molti personaggi della scena culturale e artistica berlinese. Importanti le fotografie che fa alla ballerina e coreografa Daisy Spies, allora famosa in particolare per avere presentato una variante moderna del balletto classico.

Nel 1929 sposa l’architetto Hellmuth Astfalck.

Il Nazismo blocca la ricerca sperimentale in ogni campo artistico. Marta e il marito devono ripiegare sulla grafica commerciale e pubblicitaria, nonché sull’interior design. Nascostamente però, di notte, lasciano lo studio a disposizione della Resistenza antifascista, per stampare documenti segreti.

Marta inoltre dà lezioni private ai bambini ebrei esclusi dalla scuola.

Sperimenta la tecnica dell’acquarello, per rappresentare elementi vegetali.

I bombardamenti aerei alleati su Berlino distruggono la sua casa, il suo studio e il suo archivio. Si salvano solo le fotografie personali che aveva inviato al padre, residente nella Germania meridionale

L’ultima parte della sua vita la dedica all’impegno politico ed educativo.

Le sue foto si caratterizzano per l’accuratezza della scena e la volontà di sperimentare nuove tecniche compositive.

Muore a Nienhagen nel 1994.

La Berlinische Galerie di Berlino ospita quello che si è riusciti a recuperare del suo lavoro.

Nel 1912 a Glasgow le è stata dedicata una mostra presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università. In 21 riproduzioni, quasi tutti autoritratti, si è potuta notare la sua intensità creativa e vi sono molti riferimenti alla Germania del primo dopoguerrra.

Arte al femminile (508)

Altra geniale donna del Bauhaus…

Gertrud Hantschk Arnd nasce a Ratibor (Alta Slesia- Polonia) nel 1903.

A 15 anni manifesta il desiderio di diventare architetto, scelta inusuale per una donna del tempo.

A 16 inizia a lavorare come apprendista in uno studio di architettura a Erfurt (Germania centro orientale).

Incomincia a impratichirsi nella fotografia per documentare le costruzioni della città. Acquisisce un bagaglio di conoscenze soprattutto nell’interior design. Scopre il lavoro di Paul Klee e Vassily Kandinsky al Museo di Erfurt.

Nel 1923 visita la mostra Bauhaus a Weimar e ne rimane molto colpita. Ottiene una borsa di studio e nello stesso anno si iscrive alla scuola del Bauhaus.

Purtroppo i corsi di architettura non sono aperti ancora alle donne e in questo la scuola segue i pregiudizi dell’epoca. Come tutte le studentesse che si iscrivono a questo istituto, viene indirizzata ai dipartimenti ritenuti più adatti alle donne: tessitura, ceramica e rilegatura dei libri.

Superato il corso preliminare, Gertrud sceglie la tessitura, dimostrando molta creatività.

Termina i suoi studi con un periodo di apprendistato a Glauchau, presso la gilda dei tessitori.

Nonostante il talento e la preparazione acquisita, Gertrud non vede nella tessitura la modalità espressiva a lei più adatta.

Non avendo mai smesso di interessarsi di fotografia, nel 1926 compra la sua prima macchina fotografia e inizia a fare ritratti che la renderanno famosa.

Nel 1927 sposa il compagno di studi Alfred Arndt.

Si stabilisce con lui a Probstzella, in Turingia. Qui vi è un albergo sorto su progetto Bauhaus.

Nel 1929 al marito è offerto un posto da insegnante presso il Bauhaus di Dessau. Gertrud lo segue e si dedica a supportare la sua carriera.

Nel 1930 riprende la fotografia e inizia una serie di autoritratti. Usa uno dei bagni di casa come studio fotografico e allestisce un set fotografico trovando soluzioni economiche fai-da-te.

Si fotografa con diversi vestiti e pettinature, cambiando l’espressione del viso. Impersona varie tipologie di donne: giovani ragazze, vedove addolorate, geishe piangenti, signore ingioiellate, con cappelli decorati di piume e fiori…In tutto fa 43 scatti in bianco e nero (Ritratti mascherati) e sebbene utilizzi tecniche di stampa rudimentali, ottiene risultati straordinari che in qualche modo richiamano il surrealismo.

L’amica Otti Berger ogni tanto viene associata ai suoi ritratti.

Nel 1931 nasce la figlia Alexandra e nel 1937 Hugo.

Nel 1932 la famiglia è tornata a Probstzella e da lì si sposta poi a Darmstadt.

Il dramma del nazismo prima e la crisi del dopoguerra poi pongono fine alla sua carriera.

La sua opera è riscoperta e rivalutata quando lei espone a Essen nel 1979,

Muore nel 2000.

Nel 2013 è stata realizzata una mostra analizzando i legami tra la sua fotografia e le sue creazioni tessili.