Arte al femminile (123)

C’è chi, anche nel periodo più turbolento della Rivoluzione francese, cerca uno stile di vita più tranquillo: miniature e ritratti rimangono molto popolari e rappresentano questa ricerca di normalità. Per le donne artiste la vita rimane complicata, come dimostra la vicenda di Constance Mayer.

imagesConstance Mayer, pittrice parigina, per molti anni convivente di Pierre Paul Prud’hon, un artista più noto di lei, che spesso firma le opere di entrambi, pone fine tragicamente alla propria vita tagliandosi la gola con il rasoio del compagno il 26 maggio 1821. Questa tragica figura di donna nasce nel 1775 a Chauny, in Piccardia, figlia di un funzionario governativo. La bambina è frutto della relazione tra Peter Mayer, aristocratico di origine sassone, sposato e padre, e Marie-Francoise Lenoir, bella ragazza, che gestisce un negozio di raffinata biancheria. La situazione viene regolarizzata dopo 15 anni, quando muore la moglie di Mayer e questi può sposare Marie-Francoise, riconoscendo ufficialmente la figlia illegittima. Constance passa l’infanzia nel negozio della madre e viene poi messa in un convento parigino sino al 1789, per ricevere una buona educazione. Avendo manifestato un talento promettente per la pittura, viene incoraggiata dalla madre a curare questa attitudine. Studia pittura con Joseph-Benoit Suvée e Jean- Baptiste Greuze, artisti affermati. Si specializza in ritratti di donne e bambini, scene familiari, autoritratti e miniature. Nel 1801 espone al Salon un proprio autoritratto con il padre, cui è molto legata. Lavora nello studio di Jacques-Louis David, adottando sotto la sua guida uno stile più diretto e semplice. Dal 1802 studia con Pierre-Paul Prud’hon, che in questo periodo vive una difficile situazione familiare. La moglie di Prud’hon, depressa e alcolizzata, viene internata in un manicomio, in seguito a crisi isteriche dettate dalla gelosia e i cinque figli sono affidati in custodia al padre. Constance fa da assistente a Prud’hon e lo aiuta nell’accudire i figli. I due cercano di nascondere la propria relazione, chiamandosi pubblicamente monsieur e mademoiselle, perché l’adulterio è pubblicamente condannato, anche se ampiamente praticato. Questa situazione dura sino al 1821, quando muore la moglie di Prud’hon: prima di morire la donna si fa promettere da Prud’hon che non si sarebbe più sposato. L’uomo, per pietà o per rimorso, accetta il giuramento. Constance si aspetta che il pittore la sposi, dopo che l’ha assistito per anni, come amante, come collaboratrice, come governante. Incline alla depressione, quando capisce che Prud’hon non ha alcuna intenzione di regolarizzare la sua posizione, decide di uccidersi in modo cruento. Il pittore morirà due anni dopo. Dopo questi drammatici fatti, i figli di Prud’hon cercano di cancellare le tracce di Constance, che non ha eredi: eliminano il suo nome dalle sue opere e le collocano sul mercato attribuendole al padre. Un paziente lavoro di ricerca ha permesso dopo molti anni di ridare a Constance il giusto onore.

Sue opere si trovano all’Ermitage e in collezioni private.

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