Arte al femminile (519)

Rimanendo nell’ambito delle arti applicate….

Edvige (Hedwig) Bollhagen nasce ad Hannover (Germania) nel 1907. La sua è una famiglia di mercanti.  Ha due fratelli: Hans e Hermann.

Rimane orfana di padre a tre anni.

Nella sua infanzia riceve in regalo una delicata casa delle bambole in porcellana e ne rimane incantata, soprattutto per la tipologia del materiale. Inizia poi il suo amore per le “pentole”, i contenitori di coccio, che vede al mercato.

Mentre frequenta l’ultimo anno della scuola superiore, s’scrive a uno stage di ceramica a Grossalmerode (Assia- Germania centrale).

La ceramica diventa la sua passione, tanto da continuare gli studi presso l’Accademia d’Arte Statale di Kassel e poi in un Istituto Tecnico per la ceramica, facendo contemporaneamente esperienze di apprendistato.

Già agli inizi degli anni ’20 entra in contatto con i rappresentanti del Bauhaus, che plasmano il suo linguaggio espressivo.

Iniziano quelli che chiama “i miei anni erranti”.

Nel 1926 diventa apprendista presso una fabbrica di Hameln (Bassa Sassonia).

Dal 1927 al 1931 lavora come designer capo del reparto verniciatura presso una fabbrica di maioliche di Velten (a nord di Berlino). A meno di 20 anni è a capo di più di 100 ragazze addette alla pittura. Ha modo di mettersi alla prova artisticamente e acquisisce anche capacità organizzative. S’interessa ai processi produttivi e all’organizzazione di una fabbrica.

Essendo vicina a Berlino si gode la vita culturale della città, frequentando caffè, gallerie e teatri.

Quando la ditta chiude, per il calo delle esportazioni, conseguente alla grande depressione del 1929, riprende a viaggiare.

I suoi spostamenti avvengono per la ricerca di lavoro, per cui la troviamo impiegata nella Fabbrica Statale di Maioliche di Karlsruhe (Germania sud occidentale), poi presso gli stabilimenti Rosenthal a Coburgo (Baviera), nella bottega di Kagel a Garmisch-Partenkirchen (Alta Baviera) e infine commessa in un’importante galleria di Berlino.

Nell’ottobre 1933 è nel reparto smaltatura e verniciature di una ditta di Frechen (Renania).

Praticamente si sposta verso tutte le località della Germania in cui vi siano fabbriche di ceramica…

Nel 1934 la giovane donna acquisisce un laboratorio di ceramica a Marwitz vicino a Berlino, supportata dal dr. Helnrich Schild, che si occupa della parte legale e finanziaria. La precedente proprietaria, Margarethe Heymann- Loebenstein (v.n.509), di origini ebraiche, dopo essere stata denunciata, per le crescenti pressioni del regime nazista, aveva dovuto rinunciare all’attività. Non aveva altra via d’uscita che accettare una vendita a un prezzo molto inferiore al valore. Emigra poi in Inghilterra e poi negli Stati Uniti.

All’inizio Edvige ha 35 dipendenti, poi durante la guerra deve sopperire sia alla diminuzione degli operai mandati al fronte sia resistere ai tentativi di appropriazione dei nazisti.

Dal 1946 gestisce da sola le officine come ditta privata.

Nel 1972 i lavoratori sono nazionalizzati e questo dura sino al 1992, ma Edvige rimane direttore artistico.

Diventa famosa a livello internazionale per le sue stoviglie, che uniscono tradizione contadina ed estetica Bauhaus.

I laboratori HB di Marwitz producono stoviglie artigianali e sofisticate ceramiche architettoniche, per la conservazione o restauro di monumenti. Blocchi sagomati di vari formati e profili vengono prodotti artigianalmente in pezzi unici o in piccole serie.

Muore nel 2001, lavorando sino alla fine.

A lei è dedicato un museo a Marwitz.

Le ceramiche di Edvige si possono trovare in gallerie e musei, sono vendute al KdW di Berlino così come in negozi. Il suo laboratorio a Marwitz continua a produrre la sue famose stoviglie per lo più color pastello, con motivi geometrici.

Arte al femminile (517)

Ceramica e tessitura sono state considerate attività abbastanza femminili nel passato, quindi le donne potevano accedere alle scuole tecniche di perfezionamento in questi settori.

Marguerite Wildenhain (Friedlaender) nasce nel 1896 a Lione in Francia, da madre inglese e padre tedesco. La sua è una famiglia benestante e il padre è commerciante di seta.

I primi studi li fa in Germania, poi la famiglia si sposta nello Yorkshire, in Inghilterra.

All’inizio della prima guerra mondiale tornano in Germania, dove Marguerite s’iscrive alla scuola secondaria.

Nel 1914 frequenta il corso di scultura presso l’Università delle Arti di Berlino. La scultura non viene considerata adatta a una donna, per cui non viene incoraggiata in tale campo. Inizia a lavorare come decoratrice di porcellane in una fabbrica di Rudolstadt ed è qui che si appassiona al tornio da vasaio.

Venuta a conoscenza dell’apertura della scuola Bauhaus, vi si iscrive e la frequenta a Dornburg dal 1919 al 1925.

Nel 1925 ottiene il diploma e si trasferisce a Halle-Saale, dove diventa capo del laboratorio di ceramica presso l’Università di Arte e Design Burg Giebichenstein. Nel frattempo diventa socia di alcune importanti industrie manifatturiere e disegna i prototipi di eleganti stoviglie prodotte in serie.

Nel 1930 sposa il ceramista Franz Wildenhain, suo compagno di classe alla Bauhaus nonché suo apprendista.

All’avvento del Nazismo nel 1933 è costretta a lasciare il posto di insegnante, avendo antenati ebrei e si trasferisce a Putten, nei Paesi Bassi. Qui con il marito apre un negozio di ceramiche. 

Nel 1940, prima dell’invasione nazista, riesce a emigrare a New York, ma non viene concesso al marito di seguirla.

Marguerite si sposta in California, dove ha un incarico presso il California College of Arts and Crafts di Oakland.

Con i coniugi Gordon e Jane Herr crea a Guerneville (California) un centro in cui accogliere artisti e fare laboratori, i Pond Farm Workshops, che diventeranno famosi e a cui approderà anche l’artista tessile Trude Guermonprez (v.n.511). Gli studenti si concentrano sulla padronanza del processo che porta alla realizzazione di un prodotto artistico, discutono con gli insegnanti di filosofia, musica, aspetti della natura e contabilità. Il concetto base è creare una “scuola per la vita”.

Il marito, che ha raggiunto Marguerite nel 1945, la lascia e si stabilisce a New York.

Marguerite rimane a Guerneville sino al 1979. Oltre a insegnare, pubblica tre libri, tiene conferenze nelle scuole e intraprende viaggi in solitaria nell’America centrale, in Europa e nel Medio Oriente.

Muore nel 1985.

I terreni e gli edifici di Pond Farm entrano a far parte del sistema dei parchi americani.

Diceva “ Vorrei che i miei vasi potessero stare accanto alla buona ceramica di Grecia, Cina o Perù e avere un carattere senza tempo, distinto e indipendente come loro. Arrivare a questo punto…varrebbe un’intera vita di intenso sforzo”.

Questa artista è diventata famosa per le sue ceramiche color terra, con disegni e trame ispirati alla natura.

Arte al femminile (514)

Nella Germania del primo dopoguerra vi è stato un grande fermento culturale, come ho ricordato in altri precedenti articoli. Il nazismo purtroppo ha bloccato tale sviluppo culturale e le artiste ebree o sono state internate nei campi di concentramento o hanno dovuto emigrare. La passione artistica è stata il loro punto di forza e di riscatto…

Hanna Zuntz nasce in una famiglia ebrea ortodossa ad Amburgo (Germania) nel 1915.

Nel 1935-1936 studia a Stoccarda, formandosi sia in campo artistico che musicale.

Nel 1936-1938 frequenta la scuola professionale di ceramica.

Nel 1938 visita la Palestina, poi torna ad Amburgo, dove ottiene un visto di lavoro per la Gran Bretagna.

Sono iniziate le persecuzioni naziste e deve sfuggire all’intensificarsi di episodi di antisemitismo.

Emigra in Palestina nel 1940, lavorando a Gerusalemme.

Nel 1945 apre un proprio studio ad Haifa, concentrandosi sulla ceramica collegata all’architettura.

Negli anni 1949-1951 inizia ad organizzare laboratori di ceramica, con scopo terapeutico, per aiutare il recupero psicologico dei veterani di guerra e per adulti con disabilità.

Viene considerata una delle madri della ceramica israeliana. Educa artigiani all’impegno professionale, alla ricerca di materiali locali e forme precise. Viaggia per il paese raccogliendo materie prime e chiede ai geologi di inviarle campioni di argilla, da provare in studio.

Ottiene riconoscimenti ufficiali e partecipa a mostre internazionali, come quella di Bruxelles del 1958.

Nel 1964 è tra i membri fondatori del World Crafts Council, collegato all’UNESCO.

Nel 1972-1973 è in Giappone, per esporre suoi lavori e studiare le tecniche della ceramica di questo paese.

Ottiene l’incarico di Professore di Arte presso l’Oranim College, il dipartimento di Industrial Design del Yechnion ( Politecnico di Haifa) e dell’Università di Haifa.

Muore nel 2007 ad Haifa.

Dopo una visita in Italia, rimane incantata dalla ceramica romana e incuriosita da un’antica tecnica di ceramica rossa lucida.

Vasaia di straordinaria abilità, riscopre tecniche perdute. Lavora l’argilla in strati sottili, cuocendo i pezzi a temperature molto elevate, ottenendo superfici lucide senza utilizzare smalti. Ama le forme semplici, che crescono dalla ruota, minimaliste. Le decorazioni sono delicate, con qualche arcaismo.