La tessitura può diventare arte, come hanno ampiamente dimostrato artiste come Trude Guermonprez (v.n.511), Gertrud Hantschk Arnd (v.n.508) e Benita Koch-Otte (v. n. 507), per citarne alcune. Quella che sembra un’attività con semplici finalità domestiche si può trasformare in ben altro…
Lenore Tawney (Leonora Agnes Gallagher) nasce a Lorain (Ohio-USA) nel 1907. I genitori sono di origine irlandese e ha quattro fratelli.
A 20 anni va a lavorare a Chicago come correttrice di bozze, mentre frequenta i corsi serali presso l’Art Institute di Chicago.
Nel1941 sposa George Tawney, ma purtroppo rimane vedova dopo diciotto mesi. Si trasferisce quindi a Urbana (Illinois) e s’iscrive all’Università per studiare arteterapia. Tale disciplina utilizza i prodotti artistici come modalità di espressione e comunicazione, per affrontare questioni che non riescono a emergere a parole. Viene utilizzata per aiutare le persone a migliorare la funzione motoria, emotiva, sensoriale, l’autostima e la consapevolezza di sé. Può aiutare a risolvere conflitti e disagi. I soggetti cui viene proposta intraprendono esperienze di utilizzo di vernice, carta e penna, argilla, sabbia, tessuto o altri materiali, per esprimere pensieri ed emozioni. Questa esperienza influenza il suo approccio ai vari materiali.
Nel 1946 frequenta il Chicago Institute of Design e si avvicina ai principi della scuola tedesca Bauhaus. Studia scultura cubista e si interessa all’espressionismo astratto. Nel 1949 si appassiona alla tessitura.
Va a vivere per un periodo a Parigi e viaggia molto, recandosi in nord Africa e in vari paesi europei.
Nel 1954 fa esperienze con la tessitrice finlandese Martta Taipale alla Penland School of Crafts, centro educativo di arti e mestieri nella Carolina del Nord.
Inizia a lavorare alla produzione di arazzi e prova una nuova tavolozza di colori. I suoi lavori combinano tradizione e sperimentazione, ispirandosi alla tecnica peruviana della “garza”, tessuto leggero che sembra fluttuare nell’aria. I suoi arazzi a volte diventano sculture, abbandonando la tradizionale forma rettangolare per essere sospesi al soffitto.
La sua intraprendenza e la voglia di sperimentare la portano nel 1957 a New York, dove si unisce a un gruppo di artisti minimalisti. Il minimalismo è una tendenza artistica che avrà il suo massimo sviluppo negli anni ’60, riducendo il prodotto artistico a strutture elementari geometriche, in cui all’emozione si sostituisce l’attenzione per la fisicità dell’opera.
Nel 1961 presenta la prima esposizione personale, con 40 opere di tessitura.
In seguito si dedica al disegno, al collage, in opere che utilizzino fili…
Dal 1964 fa una serie di disegni utilizzando inchiostro su carta, poi fa uno studio tridimensionale delle linee, pensandole come sospese nello spazio. Appende fili in uno spazio definito con plexiglass o cornici in legno, con un significato simbolico.
I suoi collage iniziali sono realizzati usando pagine di vecchi libri, buste e cartoline su cui applica immagini, testo e disegno. In seguito crea assemblaggi di piccoli oggetti (piume, ramoscelli, ciottoli, corde, ossa, legno) creando messaggi sulla ricerca della pace interiore e sulla fragilità della vita.
Lavora sino alla morte, nel 2007, a ben 100 anni.
Durante la sua vita ha partecipato a innumerevoli mostre personali e collettive, cui hanno fatto seguito varie retrospettive a lei dedicate.
Viene considerata un’artista innovatrice, pioniera di alcune tecniche e della cosiddetta “fiber art” , inventando nuovi modi di tessere oltre i confini del telaio.