Arte al femminile (556)

L’arte fiorisce anche nelle situazioni difficili…

Nel 1922 la mostra Donne Arte e Resilienza è stata presentata a Rimini, Roma, Brescia e Napoli, organizzata da ASSOPACEPALESTINA, organizzazione che si prefigge di far conoscere la cultura palestinese, rompendo gli stereotipi dei palestinesi vittime o estremisti.

In questa occasione viene presentata la pittura di una giovane pittrice, MALAK MATTAR, che fa parte di una generazione di giovani artisti, che vogliono affermarsi indipendentemente dalla loro personale situazione.

Malak Mattar nasce (nel 2000) e cresce nella striscia di Gaza, dove la famiglia si è rifugiata per sfuggire alla guerra del 1948.

Inizia a dipingere a 13 anni, durante i 51 giorni di occupazione israeliana di Gaza del 2014. Si avvicina al mondo dell’arte grazie a uno zio, appassionato delle tecniche più diverse, dalla pittura a olio alla fotografia.

Inizialmente scrive poesie, ma sente che con queste non riesce a esprimere veramente se stessa.

Non potendo lasciare la Striscia e costretta a rimanere chiusa in casa, inizia a disegnare con il materiale fornitole dalla scuola.

La pittura, oltre che essere una forma di liberazione terapeutica, diventa un mezzo di sostentamento, in quanto inizia a vendere i suoi quadri tramite una piattaforma digitale.

A 14 anni fa la prima mostra a Gaza e, grazie alla diffusione delle sue opere via internet, condivide la sua arte e vende a compratori di tutte le nazionalità, suscitando l’interesse di varie gallerie.

Nel frattempo si diploma agli esami di maturità, distinguendosi per la votazione molto alta.

Trascorre un periodo in Turchia, studiando Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Istanbul Aydin University, con l’obiettivo di recarsi poi negli Stati Uniti per un master in Fine Arts.

Tornata a casa nel 2021, assiste ad altri attacchi israeliani, che lasciano una traccia nella sua vita e nella sua arte.

Attualmente vive in Turchia.

 I suoi quadri rappresentano volti, figure semi-astratte e visioni di sogno. I soggetti sono soprattutto le donne, che devono vivere in una società ancora conservatrice e maschilista, per di più in uno spazio continuamente devastato dai conflitti.

Il suo non vuole essere un messaggio negativo, in quanto intende rappresentare anche la bellezza, la forza e la passione delle donne nell’affrontare la vita e i problemi quotidiani. I ritratti femminili hanno occhi spalancati o chiusi, in un tripudio di colori e forme.

Ha pubblicato un libro, Grandma’s Bird, storia autobiografica rivolta ai bambini, affinchè imparino a controllare la paura attraverso la creatività.

Essere a Gaza: “Sembra di entrare a casa e allo stesso tempo in una prigione dove il cancello è chiuso completamente e dove non sai cosa ti aspetta. Essere un artista a Gaza significa aspettarsi la morte in qualsiasi momento pur sapendo che i tuoi dipinti vivranno per sempre.”(MalakMattar)