Lettura coinvolgente

In questi giorni tormentati, si sente ogni tanto bisogno di evasione, magari tuffandosi in qualche storia, in un libro che ti tenga col fiato sospeso e ti faccia scorrere il tempo, senza che quasi te ne accorga…

Siamo nella cittadina di Ragmullin, nell’Irlanda del nord: una donna viene assassinata nella cattedrale, dove aveva dato appuntamento a quello che sarà il suo assassino, per scoprire qualcosa sul proprio passato. L’indagine viene affidata a Lottie Parker, detective dalla vita complicata, da quando è rimasta vedova con tre figli adolescenti da seguire. Difficile per lei conciliare famiglia e lavoro e soprattutto superare il persistente dolore per la perdita dell’amato marito Adam.

Susan, la vittima, si rivela una donna dal carattere chiuso, dedita prevalentemente al lavoro presso l’ufficio urbanistico della contea. Il collega e amico James Brown viene anche lui trovato morto, dopo qualche giorno, impiccato alla quercia del suo giardino, per simulare un suicidio.

Siamo in pieno inverno, nel periodo natalizio, la neve copre tutto e rende difficile trovare tracce o indizi.

Inizialmente si pensa a morti legate a questioni di lavoro, per aver scoperto pratiche illegali legate ai piani di urbanizzazione.

Un po’ alla volta si palesa che tutto ruota attorno a un Istituto, il Sant’Angela, ormai abbandonato, che accoglieva orfani e ragazze madri con i loro neonati.

In un’alternanza di capitoli tra passato e presente, distinti anche graficamente, (passando dagli anni 1975-1976 al 2015) si rivivono gli orrori subiti da tanti bambini all’interno della struttura, così come la vicenda di Susan, violentata da un prete pedofilo, rimasta incinta e internata al Sant’Angela con il suo bambino, che le viene poi tolto. Si parla di infanzie distrutte, invase e rubate dalla turpitudine di adulti senza scrupoli.

Il passato ha lasciato tracce indelebili su tanti: Susan e James sono riusciti ad avere una vita apparentemente normale, dopo le comuni esperienze al Sant’Angela. Susan però non ha mai smesso di cercare il suo bambino.  

La Chiesa ha cercato di coprire gli orrori, ma di questi rimangono cicatrici profonde.

Lottie deve trovare la causa di altre morti, apparentemente senza collegamento e si trova a sua volta in pericolo, così come i suoi figli. C’è un mistero legato al Sant’Angela anche nella sua famiglia…

Una storia avvincente, piena di colpi di scena, con una protagonista, Lottie, di cui seguiamo le notti insonni, l’ansia, le corse, il freddo, la volontà di fare giustizia, anche contravvenendo agli ordini. Difficile per lei tenersi in equilibrio, mentre sente che i figli le sfuggono e con la madre ha un rapporto conflittuale. Un collega, Boyd, cerca di sostenerla e starle vicino, rischiando anche la vita.

In un crescendo di pathos, si divorano le quasi 500 pagine, perché la scrittrice è molto abile nell’intrecciare i destini dei protagonisti e nel tenere alta la tensione.

Quello che dà forza al romanzo è la figura della detective Lottie, intuitiva, caparbia, dai modi bruschi: disarmata e in crisi nella vita privata, geniale nella conduzione delle indagini.

Ottima la struttura narrativa, stile fluido, capace di intensità.

“La buca non era profonda. Un sacchetto di farina avvolgeva il piccolo corpo. Tre faccine guardavano dalla finestra, gli occhi neri di terrore. Uno dei bambini disse: «Chi sarà il prossimo?»” 

Patricia Gibney: proviene dal cuore dell’Irlanda. Ha tre figli e, dopo la perdita del marito, ha cominciato a scrivere a scopo terapeutico. La sua passione è diventata un’occupazione a tempo pieno quando ha deciso di affiliarsi all’Irish Writers Centre e ha cominciato a fare sul serio. L’ospite inatteso è il primo libro di una serie incentrata sul personaggio di Lottie Parker.