Arte al femminile (508)

Altra geniale donna del Bauhaus…

Gertrud Hantschk Arnd nasce a Ratibor (Alta Slesia- Polonia) nel 1903.

A 15 anni manifesta il desiderio di diventare architetto, scelta inusuale per una donna del tempo.

A 16 inizia a lavorare come apprendista in uno studio di architettura a Erfurt (Germania centro orientale).

Incomincia a impratichirsi nella fotografia per documentare le costruzioni della città. Acquisisce un bagaglio di conoscenze soprattutto nell’interior design. Scopre il lavoro di Paul Klee e Vassily Kandinsky al Museo di Erfurt.

Nel 1923 visita la mostra Bauhaus a Weimar e ne rimane molto colpita. Ottiene una borsa di studio e nello stesso anno si iscrive alla scuola del Bauhaus.

Purtroppo i corsi di architettura non sono aperti ancora alle donne e in questo la scuola segue i pregiudizi dell’epoca. Come tutte le studentesse che si iscrivono a questo istituto, viene indirizzata ai dipartimenti ritenuti più adatti alle donne: tessitura, ceramica e rilegatura dei libri.

Superato il corso preliminare, Gertrud sceglie la tessitura, dimostrando molta creatività.

Termina i suoi studi con un periodo di apprendistato a Glauchau, presso la gilda dei tessitori.

Nonostante il talento e la preparazione acquisita, Gertrud non vede nella tessitura la modalità espressiva a lei più adatta.

Non avendo mai smesso di interessarsi di fotografia, nel 1926 compra la sua prima macchina fotografia e inizia a fare ritratti che la renderanno famosa.

Nel 1927 sposa il compagno di studi Alfred Arndt.

Si stabilisce con lui a Probstzella, in Turingia. Qui vi è un albergo sorto su progetto Bauhaus.

Nel 1929 al marito è offerto un posto da insegnante presso il Bauhaus di Dessau. Gertrud lo segue e si dedica a supportare la sua carriera.

Nel 1930 riprende la fotografia e inizia una serie di autoritratti. Usa uno dei bagni di casa come studio fotografico e allestisce un set fotografico trovando soluzioni economiche fai-da-te.

Si fotografa con diversi vestiti e pettinature, cambiando l’espressione del viso. Impersona varie tipologie di donne: giovani ragazze, vedove addolorate, geishe piangenti, signore ingioiellate, con cappelli decorati di piume e fiori…In tutto fa 43 scatti in bianco e nero (Ritratti mascherati) e sebbene utilizzi tecniche di stampa rudimentali, ottiene risultati straordinari che in qualche modo richiamano il surrealismo.

L’amica Otti Berger ogni tanto viene associata ai suoi ritratti.

Nel 1931 nasce la figlia Alexandra e nel 1937 Hugo.

Nel 1932 la famiglia è tornata a Probstzella e da lì si sposta poi a Darmstadt.

Il dramma del nazismo prima e la crisi del dopoguerra poi pongono fine alla sua carriera.

La sua opera è riscoperta e rivalutata quando lei espone a Essen nel 1979,

Muore nel 2000.

Nel 2013 è stata realizzata una mostra analizzando i legami tra la sua fotografia e le sue creazioni tessili.

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