Arte al femminile (507)

Il movimento del Bauhaus mi ha sempre affascinato e ho ricordato già alcune artiste, che vi hanno aderito, in articoli precedenti (v. n.439-464-497-498-499-503-504), ma tante sono state importanti interpreti delle idee alla base di questa scuola.

Benita Koch-Otte nasce a Stoccarda (sud-ovest della Germania) nel 1892.

Studia al liceo di Krefeld e prosegue poi la propria formazione in modo eclettico, specializzandosi come insegnante di disegno a Dusseldorf, di educazione fisica a Francoforte e di artigianato a Berlino. Molti i suoi interessi.

Infine, nonostante l’opposizione del padre, entra alla scuola del Bauhaus di Weimar nel 1920.

Qui si distingue come una delle studentesse più promettenti del laboratorio di tessitura, come la sua amica Gunta Stölzl (v.n.497). Segue con particolare interesse i corsi di Paul Klee.

Rimane al Bauhaus fino al 1925, prima come allieva e poi come dipendente del laboratorio di tessitura. Lavora in stretta collaborazione con la sua amica Gunta, con cui segue i corsi presso la Scuola Tecnica di Tintoria e la Scuola Tecnica Tessile di Krefeld, per completare la propria formazione.

Diventa responsabile del design della casa modello “Haus am Horn” costruita per la mostra del 1923 e progetta varie strutture da interni.

Esegue molteplici lavorazioni tessili, con costante inventiva.

Quando il Bauhaus lascia Weimar, Benita rifiuta il nuovo orientamento verso una produzione industriale e dal 1925 al 1933 dirige il dipartimento di tessitura nei laboratori della Scuola di Arti e Mestieri della città di Halle.

Nel 1929 sposa il fotografo e architetto Heinrich Koch.

Inizia un periodo di grande creatività, per cui sue creazioni riscuotono molto successo. Partecipa a mostre in tutta la Germania, a Barcellona, Danzica, Monza, Parigi, Vienna e Zurigo. Fa una mostra itinerante in Brasile.

Inventa nuovi tessuti e utilizza materiali insoliti per i suoi complementi d’arredo (trucioli di legno, erba, rottami metallici, piume, corteccia). I tappeti con nodi geometrici sono la sua specialità.

All’avvento del nazismo lei e il marito sono licenziati e partono per Praga. Qui Benita si dedica alla fotografia.

Quando nel 1934 il marito muore in un incidente, Benita torna in Germania, dove trova lavoro per la direzione di un laboratorio di tessitura in un ospedale psichiatrico a Bielefeld.

Questa esperienza le permette di sviluppare una pedagogia atta a sviluppare creatività artistica in persone che soffrono di disabilità mentali e fisiche. Crea una Fondazione che ancora oggi è un’importante impresa sociale in Germania. Insegna sino al pensionamento nel 1957.

Durante il nazismo si oppone come può all’eutanasia voluta dal nazismo nei confronti dei malati di mente del suo istituto.

Muore a Bielefeld nel 1976.

Suoi lavori si trovano presso il MoMA di New York.