Arte al femminile (499)

Ci sono donne che si sono distinte nel design, ma di cui pochi conoscono il nome.

Lilly Reich è una di queste geniali artiste. Ha progettato alcuni tra i più eleganti arredi del Novecento e fatto molteplici creazioni come arredatore di interni, ma è raramente menzionata nei testi di storia dell’architettura e del design. Ancora oggi molte sue idee sono alla base di arredi attualissimi.

Lilly Reich nasce a Berlino nel1885.

Nel 1908 è a Vienna per studiare alla Wiener Werkstätte, atelier-laboratorio fondato per produrre oggetti di elevata qualità. Si forma con personaggi incredibili per quel tempo, ottiene un’ottima preparazione.

Purtroppo alle donne è precluso il lavoro di design, gestito solo da uomini. Pertanto deve fare grande fatica per ottenere un proprio spazio.

Tornata a Berlino nel 1912 si occupa di tessuti, di abbigliamento e di allestimenti, seguendo un criterio innovativo, per cui gli oggetti sono messi in funzione ed esposti nella loro genesi. Il visitatore non è considerato come utente passivo, ma viene coinvolto nelle fasi che portano alla realizzazione di un prodotto. Nelle principali riviste del settore sono pubblicati suoi progetti di abiti, tessuti nonché arredamenti e allestimenti per negozi.

Nel 1926 viene incaricata di allestire uno stand alla Fiera di Francoforte e rende dei telai meccanici protagonisti dell’esposizione, facendoli funzionare di fronte al pubblico.

Diventa membro del DWB, associazione fondata dall’architetto Muthesius nel 1907. Seguendo lo slogan “dai cuscini per il divano fino alla progettazione di una città”, il DWB vuole fondere artigianato e produzione industriale.

Nel 1920 Lilly entra, unica donna, nel Consiglio di Amministrazione del DWB, con il ruolo di responsabile dell’allestimento di grandi esposizioni. Ha il potere di decidere che cosa esporre e come: sa esattamente quello che vuole. Questo incarico dimostra quanto sia preparata e geniale, perché nessuna donna l’ha sinora ottenuto. Ha una ferrea volontà e grande carattere.

Tra il 1921 e il 1922 cura due mostre di arte applicata tedesca negli Stati Uniti. Ottiene tanto successo da essere designata capo dell’organizzazione e delle fiere del DWB.

Trasferitasi a Francoforte, conosce Mies van der Rohe, architetto affermato, cui si lega sia sentimentalmente che dal punto di vista lavorativo. Hanno studi separati e ognuno firma le proprie creazioni, ma spesso invenzioni di Lilly vengono attribuite al suo compagno.

Nel 1925 elaborano insieme lo stand della AEG alla Fiera di Stoccarda e Lilly mette in scena elettrodomestici e caldaie come fossero sculture.

Molteplici le partecipazioni ad eventi internazionali, con la progettazione di interni di appartamenti in cui vuole dimostrare come la configurazione di un ambiente possa essere definita dal materiale impiegato e dagli oggetti d’arredo, anche senza pareti divisorie. Sperimenta nuove tecnologie e nuovi materiali, quali il tubolare d’acciaio. Le sue strutture in tubolare sono diventate un classico del design.

Nel 1931 ridisegna un appartamento di New York, con interventi originali e innovativi.

Nel 1929 Lilly e il compagno sono direttori artistici della sezione tedesca dell’Esposizione Universale di Barcellona e progettano il Padiglione destinato ai reali spagnoli, capolavoro dell’architettura e del design moderni.

Altro lavoro imponente è la ristrutturazione di Villa Tugendhat di Brno, nella Repubblica Ceca, diventata patrimonio dell’UNESCO.

Nel 1930 Lilly viene chiamata a insegnare alla Bauhaus, ottenendo la cattedra nel laboratorio di tessitura.

Uno dei campi in cui Lilly eccelle è la creazione di vestiti e tessuti. In un articolo pubblicato sulla rivista di moda “Die Form” scrive che «i vestiti sono oggetti d’uso e non opere d’arte, devono formare un tutto unitario con la donna che li indossa, esprimendone lo spirito e contribuendo all’arricchimento della sua anima e del modo di sentire la vita». Una concezione dell’abito priva di ornamenti inutili, essenziale, che segue la filosofia del ‘Less is more’ principio cardine di tutta la sua attività.

Nel 1926 organizza e cura l’allestimento della mostra Van der Faser zum Gewebe (dalla fibra al tessuto) a Francoforte, in cui ripercorre tutte le tappe attraverso cui dal materiale grezzo si arriva alla creazione del tessuto.

Lo stile di Lilly è austero, essenziale ed elegante, tendente alla semplificazione, con grande attenzione per l’equilibrio e l’armonizzazione delle parti.

Nel 1938 si separa dal compagno, che va a vivere negli Stati Uniti.

L’avvento del Nazismo le crea molte difficoltà. L’archivio personale viene quasi completamente distrutto durante i bombardamenti di Berlino del 1945.

Muore nel 1947 a Berlino e solo nel 1996 le viene dedicata una mostra al MoMA di New York. In Germania bisogna aspettare il 2016 perché le venisse dedicata un’esposizione.

Lascia un commento