Arte al femminile (496)

Amanzia Guerillot nasce a Milano nel 1828. Il padre, di origine francese, è primo contabile di Napoleone.

Il padre è una figura importante nella vita della figlia, ne intuisce e incoraggia le potenzialità, facendole inizialmente da maestro nel disegno.

Nel 1842 Amanzia ha un incontro che segna la sua vita, quello con il pittore bresciano Angelo Inganni, amico del padre, che gliela affida, perché le dia lezioni di pittura.

L’Inganni è un pittore vedutista molto apprezzato.

Quando nel 1845 Amanzia perde il padre, Angelo Inganni diviene tutore della ragazza, allora di 17 anni, avendo perso l’unico figlio, Enrico.

Amanzia va a vivere con il pittore e sua moglie, Aurelia Bertera, a Gussago, poco distante da Brescia, dove Aurelia possiede un imponente e antico edificio, ex complesso domenicano, chiamato la Santissima, trasformato in splendida villa sull’altura che domina il paese.

Nel 1847 Amanzia espone i suoi lavori a Brera, a soli 19 anni.

Nel 1848 la ragazza e il pittore sono spesso a Milano e a Brescia per lavoro. I rapporti tra i due si fanno sempre più stretti. Oltre che allieva, Amanzia diviene amante dell’Inganni, che la sposa nel 1856, quando muore la moglie Aurelia.

I coniugi, pur possedendo uno studio e una casa a Milano, decidono di rimanere a Gussago.

Amanzia lavora intensamente: vedute milanesi, quadri con animali assai vivaci, qualche ritratto, fiori, pesci, dipinti su specchi, ventagli, figure su fermaporte, scatole e paraventi, ex voto…. Sperimenta materiali e tecniche diverse. I suoi lavori figurano nei cataloghi delle mostre di Brera, con discreto successo.

Si dedica anche a opere di soggetto religioso, tra cui un ex-voto per il Santuario della Madonna della Stella, nei pressi di Gussago e varie tele per la parrocchiale del suo paese.

Nel 1861 è presente alla Esposizione Italiana Agraria, Industriale e artistica di Firenze, dove presenta “Pesci, erbaggi e frutta”.

Nel 1879 la pittrice è a un’esposizione artistica a Brescia con elementi decorativi per la casa.

Nel 1880 muore Angelo Inganni e nel 1887 Amanzia si risposa con Lodovico Antoniani, vice cancelliere del tribunale di Padova e poi di Brescia.

Nel 1896 rimane di nuovo vedova e trascorre lunghi periodi a Boffalora sul Ticino, ospite della nipote Alessandrina Inganni. Le due donne sono quasi coetanee e si sostengono a vicenda, essendo entrambe rimaste sole.

Amanzia muore a Boffalora nel 1905.