Ricordo di un padre e complessità sociale

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Il romanzo inizia con la morte del padre della protagonista: la tragicità dell’evento suscita il desiderio di ricostruirne la storia e comincia un racconto che copre l’arco temporale di un’epoca, gli anni 1899-1967. La vicenda del padre s’intreccia inevitabilmente con la storia della figlia: il racconto diventa bio-auto/biografico. Nelle pagine si alternano immagini, ricordi, flash che ricostruiscono una vita semplice, anti-eroica: la faticosa costruzione, pezzo dopo pezzo, di un’esistenza “dignitosa, partendo dalla condizione di contadino per giungere a quella di operaio e infine di piccolo commerciante. Quest’uomo diventa il prototipo di una classe medio-bassa che rifiuta ogni forma di partecipazione politica e sindacale (sentita come spreco di tempo e di energie), in un destino che si costruisce solo attraverso la fatica, il risparmio e il lavoro, con un disperato desiderio di rigettare un passato di umiliazioni e sacrifici. Quando l’autrice si laurea e fa un salto sociale, si crea un profondo disagio reciproco per non poter condividere lo stesso mondo culturale e parlare la stessa lingua. Il rapporto con la figlia è complesso e talvolta doloroso quando questa diventa una giovane donna radicalmente diversa dal padre, perché inevitabilmente più istruita, più colta, più dotata di strumenti di lettura della realtà e quindi anche delle proprie radici. L’autrice sceglie di non descrivere mai i pensieri di suo padre, ma di limitarsi ai gesti, alle poche frasi e considerazioni ricorrenti, alle abitudini quotidiane che ne hanno accompagnato la vita e che rivelano un modo di pensare e di considerare il mondo, di dargli valore, di interpretarlo, senza bisogno di ulteriori indagini o speculazioni. Lo stile è sobrio ed elegante, essenziale.

Il titolo indica il tema di fondo, il problema comune a tutti di capire quale sia il “posto”, il proprio posto nella complessità sociale.

Annie Ernaux è nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940 ed è una delle voci più autorevoli della letteratura francese. Trascorre l’infanzia e la giovinezza a Yvetot, in Normandia. Proveniente da una famiglia modesta, si laurea a Rouen e diventa insegnante di Lettere Moderne. Esordisce nel 1974 con il romanzo autobiografico “Gli armadi vuoti”. Le opere di quest’autrice (consacrata da Gallimard con una scelta antologica di prose nella collana “Quarto”, Écrire la vie) sono di natura prevalentemente autobiografica: raccontano la vita della sua famiglia (Il posto, L’onta), la sessualità e l’aborto vissuti in prima persona, la morte di sua madre colpita dall’Alzheimer (Non sono più uscita dalla mia notte), l’omaggio alla sorella morta prima della sua nascita, L’autre fille. In Les annèes dà il quadro completo degli anni dal dopoguerra ai nostri giorni. Viene considerata una scrittrice interessante e originale e si distingue per la scrittura “asciutta”, essenziale, senza una parola di troppo.