Arte al femminile (146)

Arte e scienza si mescolano nell’esperienza di Harriet Jane Moore.

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Harriet Jane Moore (1801-1884) è la maggiore dei cinque figli di James Carrick Moore e Harriet Henderson. La sua è una famiglia benestante, di medici e militari. Il padre è un famoso chirurgo, che ha aggiunto il cognome Carrick al proprio, per riconoscenza verso un banchiere di Glasgow, che gli ha lasciato in eredità un’enorme somma di denaro. Lo zio John Moore è il comandante delle forze britanniche che hanno combattuto in Spagna contro i francesi, morto eroicamente nel 1809 a la Coruña.

La famiglia conosce e frequenta artisti di spicco (Joseph Turner, David Wilkie per citarne alcuni), così come scienziati dell’epoca. Harriet si appassiona agli studi scientifici, assiste ad alcune lezioni di Michael Faraday, che trova “deliziose”. Dai primi anni del 1850 inizia a riprodurre ad acquarello i laboratori scientifici del tempo, lo studio di Faraday, il suo appartamento. Nel 1852 entra alla Royal Institution, come disegnatrice ufficiale. Questo è un grande onore per una donna, in quanto la Royal Institution è un’organizzazione di educazione scientifica e ricerca di grande prestigio. Essendo ricca di famiglia, non dipinge per utilità finanziaria, ma solo perché le piace, dimostrando notevole talento.

Mantiene per anni un rapporto di amicizia con Faraday e la sua famiglia: riproduce con precisione i laboratori dove opera questo importante studioso, fisico e chimico, che ha dato un contributo fondamentale allo studio dell’elettromagnetismo e dell’elettrochimica, con importanti scoperte.

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Poco si sa della sua vita privata. Di lei rimangono gli acquarelli conservati presso la Royal Institution. La sua corrispondenza con Faraday è conservata presso The Institution Engineering and Technology a Stevenage.

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